A Milano il mercato immobiliare resiste

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10/11/2020

L’inevitabile flessione dovuta all’emergenza sanitaria sarà, a fine 2020, meno accentuata di quanto ci si aspettasse. A fare da traino i progetti residenziali in corso e le nuove esigenze post Covid.

 

L’emergenza sanitaria ha rallentato la corsa del mercato immobiliare a Milano ma non è riuscita a bloccarla. È quanto emerge dal Rapporto 2020 sulla Città Metropolitana di Milano, elaborato dall’istituto di ricerche Scenari Immobiliari.

Anzi, ci si aspetta di vedere i primi segnali di ripresa già a inizio 2021, anche se si tornerà ai volumi pre-Covid solo a fine 2022.

 

In Milano città le transazioni e prezzi sono scesi meno del previsto

Il Rapporto evidenzia che il quadro non è così negativo come invece le previsioni sul mercato immobiliare maturate durante il lockdown della scorsa primavera avevano fatto temere. Per Milano città si stima un calo di transazioni del 15,4%, che sale al 16% per la Città Metropolitana. 

Le compravendite però dovrebbero salire del 10% già nel 2021. Per avere un confronto, va detto che, a livello nazionale, le previsioni parlano di una diminuzione del 23,6% e i prezzi del mercato immobiliare, di cui ci si attendeva il crollo, hanno sostanzialmente retto e registreranno, a fine 2020, una flessione non marcata, più significativa per i canoni d’affitto. La flessione sarà di diversa entità a seconda delle zone.

Le zone del centro vedranno, a fine 2020, i prezzi diminuiti di circa l’1%, percentuale che sale al 3% per le zone semicentrali e oltrepassa il 3% per le periferie (- 4% per i canoni d’affitto).

Ma mentre i prezzi torneranno a salire nel 2021 in Milano città (anche se solo dello 0,5%), così non accadrà subito in periferia, dove nei primi mesi del 2021 dovrebbe continuare la discesa.

L’impressione è che rimanga salda la fiducia nella dinamicità del mercato immobiliare milanese e nella sua capacità di ripresa. E secondo il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, la tenuta di Milano dipende dal fatto che si è continuato a costruire e sono tuttora in corso progetti di ampliamento urbanistico.

“La città – ha dichiarato – è stata capace di promuovere il proprio mercato residenziale come un buon investimento. Nonostante l’attività edilizia stenti a ripartire nel resto del Paese, a Milano si rileva un numero di iniziative residenziali elevato e una progressiva densificazione del tessuto urbano consolidato in corrispondenza dei nuovi servizi”.

Anche a livello internazionale, Milano resta competitiva.

Come evidenziato dall’Ubs Global Real Estate Bubble Index 2020, per un appartamento di 60 metri quadrati a Hong Kong, Parigi, Londra occorrono rispettivamente 20, 17 e 14 anni dello stipendio di un impiegato. A Milano ne servono 6. Dice infatti di Milano Paolo Federici, Market head di Ubs Global Wealth Management in Italia: “Prevediamo che la crescita demografica positiva, le condizioni di finanziamento interessanti nonché il rapporto favorevole tra il costo degli immobili e i redditi dei residenti, dovrebbero continuare a sostenere la ripresa del settore immobiliare nel medio termine”.

Attualmente (fine ottobre 2020) secondo l’OMI (Osservatorio del Mercato immobiliare), il prezzo degli appartamenti a Milano è compreso tra i 1.500 €/m² e i 10.250 €/m² per le compravendite e tra 5,3 €/m² mese e 34,4 €/m² mese per le locazioni.

 

Case più grandi e uffici ad alta tecnologia: sono le richieste del mercato immobiliare post-Covid

Nell’oscillazione dei prezzi nel mercato immobiliare di Milano si osserva, in questi ultimi mesi, che la tipologia di appartamento che ha visto crescere il proprio valore (ben del 7%) sono i cinque locali, mentre i monolocali hanno registrato una flessione del 3%. L’andamento fotografa come stia cambiando l’idea di abitazione ideale dopo l’esperienza del lockdown.

Chi può cerca una casa grande, con stanze in più da adibire a studio. I monolocali, un tempo richiesti da chi passava la maggior parte della giornata al lavoro e in luoghi di incontro sociale (ristoranti, cinema, locali…), si sono rivelati inadatti per viverci 24 ore su 24.

Alla tenuta del mercato immobiliare a Milano contribuiscono i fondi di investimento, che considerano gli andamenti a medio e lungo termine e scommettono sull’attrattività del capoluogo per le multinazionali. Al centro dell’interesse non solo il residenziale ma soprattutto gli uffici. È di questi giorni l’avvio di un fondo di Generali da due miliardi, suddivisi tra Praga e Milano.

Anche qui a fare da motore sono le nuove esigenze post-Covid: le aziende cercano uffici moderni, spaziosi e dotati di tutte le nuove tecnologie, dove poter installare agevolmente le misure di sicurezza e distanziamento che probabilmente continueranno a caratterizzare i luoghi di lavoro anche dopo l’emergenza.

 

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