Come cambierà il mercato immobiliare dopo l’emergenza?

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29/04/2020

 

Le prospettive, come ci si può aspettare, non sono rosee. Il contraccolpo interesserà il settore come per tutti gli altri comparti economici. Ma c’è chi cerca di cogliere anche qualche segnale di speranza.

 

Il lockdown, ancora in corso, ha bloccato quasi totalmente il mondo imprenditoriale italiano, il commercio, le attività finanziarie. Il mercato immobiliare non è da meno.

I cantieri, per il problema del rispetto delle distanze di sicurezza, sono fermi.  Le ristrutturazioni, che generalmente vengono avviate in primavera, sono ovviamente a rischio. Le agenzie sono chiuse, anche se molto proseguono l’attività grazie al digitale, mettendo online le planimetrie, organizzando visite a distanza, creando video informativi.

Gli incarichi di mediazione per le vendite sono però in standby.

 

In attesa della riapertura, che sarà comunque graduale e limitata, gli operatori del mercato immobiliare cominciano a prepararsi per quello che il futuro ormai prossimo riserverà loro. I proprietari privati di immobili in locazione, che dovranno fare i conti con le difficoltà di liquidità dei locatari, così come le famiglie che, prima del Covid, erano intenzionate a vendere e/o acquistare, attendono nell’incertezza i prossimi sviluppi.

 

Nomisma: crolleranno compravendite, prezzi e fatturato

In questo periodo si susseguono le analisi di centri studi, istituti di statistica e finanziari per cercare di prevedere gli scenari economici della pandemia. Inevitabilmente, purtroppo, si possono solo tratteggiare diverse ipotesi, prima di tutto perché che non sono ancora chiari i tempi di uscita dall’emergenza.

Il 25 marzo scorso è stato appunto presentato da Nomisma il “Rapporto sul mercato immobiliare 2020”. La società per le ricerche di mercato disegna due possibili scenari, entrambi negativi, però uno meno pessimistico, “soft”, l’altro più drammatico, “hard”.

Il settore residenziale, secondo Nomisma, potrebbe subire, nel 2020 una perdita nel fatturato tra i 9,2 (scenario “soft”) e i 22,1 miliardi di euro (scenario “hard”), perdita che arriverà nei prossimi anni a raggiungere cifre tra i 54,5 e i 113 mld. Le compravendite quest’anno registreranno tra -50.000 e -120.000 operazioni e i prezzi potrebbero oscillare tra il -3% e il -10% nel triennio.

Meno “nere” le previsioni del Centro Studi Statistici e Immobiliari di CONFABITARE (associazione di proprietari immobiliari), che calcola una diminuzione intorno alle 42.000 operazioni di compravendita nel 2020.

Fiducia, liquidità, scelte di investimento: le tante “incognite” sul futuro del “real estate”

Le significative differenze tra le previsioni dipendono da una molteplicità di fattori, primo fra tutti, come dicevamo, la durata del lockdown ma anche le numerose implicazioni degli scenari economico-finanziari globali e nazionali.

Ci sono però alcuni elementi che potrebbero peggiorare o mitigare le conseguenze della pandemia sul mercato immobiliare. Paura o speranza?

L’atteggiamento psicologico con cui imprenditori e cittadini usciranno dalle loro case per riprendere le loro attività sarà determinante. Se prevarrà la paura, questa frenerà investimenti e transazioni e le compravendite di immobili stenteranno a crescere.

Eppure proprio l’esperienza del lockdown ha fatto riscoprire a molte famiglie l’importanza di vivere in una casa sufficientemente ampia, possibilmente con un terrazzo o uno spazio verde. Tanto è vero che l’istituto di ricerche Scenari Immobiliari ha recentemente calcolato gli incrementi di valore, intorno al 10%, che nel mercato post-virus interesseranno le case con giardino, terrazze o balconi abitabili, quelle luminose ai piani alti, quelle con doppi servizi.

Non è del tutto improbabile, quindi, che molte famiglie, superando la paura, sceglieranno di concentrare sull’acquisto di un’abitazione più comoda la liquidità disponibile. E’ proprio la liquidità a disposizione di aziende e cittadini il fattore che più peserà sul mercato immobiliare.

Non potranno pensare a comprare una nuova abitazione le persone che si ritroveranno senza lavoro o in cassa integrazione o con il bilancio in rosso, se imprenditori o professionisti.

Per questo gli operatori del settore immobiliare si augurano un ampliamento dei criteri di erogazione dei mutui da parte delle banche, che aiuterebbe a dare ossigeno al mercato. Per chi, invece, uscirà dall’emergenza con una situazione finanziaria ancora stabile, l’investimento nel mattone potrebbe diventare l’alternativa alle Borse negative.

L’invito degli operatori a chi possiede immobili è quindi quello di non “svendere”, anche se il momento appare difficile.

 

We Are Town: attivi e carichi di attese

We Are Town non si è mai fermata e guarda avanti (leggi qui l’intervista al CEO Francesco Zanotti Cavazzoni). Chiusi gli uffici, si è continuato a lavorare in smart working, sempre a disposizione dei nostri clienti.

In questo momento carico di incertezze, siamo a disposizione per supportare e consigliare chi ha necessità di vendere, chi vorrebbe acquistare, chi desidera investire. Siamo pronti ad affrontare questo futuro sfidante, forti del buon lavoro fatto finora, della nostra consolidata esperienza e della voglia di ripresa del Paese.

 

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